TERAMO – Dehors e gazebo, cosa cambia concretamente per il centro storico? Che il nuovo regolamento fosse finalizzato a mettere regole e stabilire criteri di decoro urbano uguali per tutti negli arredi è acclarato ma alcuni tecnicismi hanno lasciato molti cittadini nel dubbio: che fine farà quello del Grand’Italia? E le edicole che devono spostarsi? Col nuovo regolamento come funziona per chi vorrà installare strutture chiuse? I Progetti d’ambito sono un escamotage per i privati? Andiamo con ordine. Per quanto riguarda il Grand’Italia nulla cambierà per il momento, almeno per un anno. Nel documento approvato in Consiglio si stabilisce infatti che per i chioschi aperti ci sono tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove regole, mentre per i chioschi chiusi c’è a disposizione un anno. I tempi, sono però congelati dalla predisposizione dei cosiddetti Piani d’Ambito che verranno predisposti per il centro storico. I progetti d’ambito sono uno strumento urbanistico che serve a definire le entità delle superfici da destinare a occupazione di suolo pubblico, le tipologie di edicole e dehors, i materiali e gli elementi qualitativi dei manufatti insediabili diversi dai casi già contemplati dal regolamento. I Piani d’Ambito verranno concertati dai privati che formuleranno le proposte e dall’equipe di architetti vincitori del concorso “Microspazi-macroluoghi” in sinergia con i tecnici del Comune che stabiliranno se le proposte sono compatibili con i vincoli paesistici e del Codice della Strada, oltre che del Testo dell’Edilizia. Dunque nessun escamotage, poiché ogni progetto dovrà essere valutato in osservanza ai rigidi criteri stabiliti. Prima di fare questo il Comune dovrà perimetrare gli ambiti di intervento in centro storico, un’operazione che durerà circa un anno. Per il cento storico sono stati individuati in via ipotetica 3 ambiti: il primo è costituito dai tre segmenti di Corso San Giorgio, Corso Cerulli e Corso De Michetti, il secondo include lo spazio formato da piazza Martiri, piazza Orsini, via San Berardo e via del Vescovado, il terzo riguarda piazza Gasbarrini, via Paris e via Carducci.Terminata la fase di perimetrazione (che porterà via circa un anno), ripartiranno i tempi stabiliti per gli esercizi commerciali per mettersi in regola. Il dehors del Grand’Italia dovrà dunque rimodulare la struttura con i nuovi criteri che verranno adottati. Ci sono invece le tre edicole che dovranno spostarsi in tempi più brevi dettati dalla soprintendenza e da una delibera del commissario straordinario e che non ricadono dunque nell’elasticità dei tempi dei progetti d’ambito. Le tre edicole sono quella di Sant’Antonio che si sposterà a piazza Verdi, quella di piazza Orsini (sotto il Comune) che si sposterà in via della Banca (di fronte il bar dei due Leoni) e quella porta Madonna (piazza Caduti della Libertà) che si sposterà in aree limitrofe ancora da individuare. Per quanto riguarda i dehors leggeri con medio attrezzamento (per intenderci strutture aperte, con tavoli, sedie e paratie), gli esercenti potranno già inoltrare le richieste sulla base delle nuove regole imposte nell’attuale regolamento.
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